La traduzione di O. Fatica de Il Signore degli Anelli (1)

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Premessa

Ho letto la Compagnia dell’Anello, prima parte del Signore degli Anelli, nella nuova traduzione a cura di Ottavio Fatica, confrontandola con la vecchia traduzione e il testo originale. Vi porto alcune considerazioni e una piccola analisi della traduzione confrontandola con quella di Vicky Alliata. Premetto di essere ‘solo’ un fan, e non esperto assoluto della materia Tolkeniana, perciò vi invito qualora ci siano errori di segnalarmeli oppure di commentare con la vostra opinione. Ogni opinione espressa è frutto di esperienza personale, annotazioni personali, informazioni reperite in rete (fonti in basso) e dalle pubblicazioni ufficiali di J.R.R. Tolkien.

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1. CRITERI DI VALUTAZIONE

La traduzione non è una scienza esatta, anzi è un compito molto difficile, e lo è altrettanto valutarne a posteriori una comparandola. Per la valutazione ho considerato questi principi:

➤ Tradurre narrativa significa scrivere il testo in una lingua diversa che ha gli stessi contenuti e lo stesso stile, il traduttore deve essere quasi una presenza invisibile che filtra in italiano il testo in inglese, formando un testo equivalente (ma non parola per parola) che sortisce lo stesso effetto del testo originale.
Ottavio Fatica ha tradotto il Signore degli Anelli in quest’ottica, così ha dichiarato: “un testo tradotto, oltre a rispettare la forma dell’originale, deve avere lo stesso effetto sul suo pubblico dell’effetto che l’originale ha avuto sul pubblico dell’originale.”

➤ Tolkien è un esperto delle parole, ci teneva tantissimo, tanto che usava con discernimento anche termini desueti e arcaici. A dirla tutta lui era perfino contrario alle traduzioni [3], a lui importava molto di queste cose e lo disturbava come molti si arrogarono il diritto di cambiare i nomi da lui ponderati, o addirittura cambiare il tono dell’opera [3] (cosa purtroppo successa).
Nel 1967 pubblicò la sua “Guide to the Names in The Lord of the Rings” [2], per aiutare nella traduzione. In cui spiega che i nomi in inglese dovrebbero esser tradotti rispettando l’originale significato delle parole (nei limiti del possibile). In poche parole, il volere di Tolkien era quello che il testo tradotto fosse il più fedele possibile sia nella forma che nel significato delle parole.

2. CONFRONTO DI ALCUNI PASSAGGI

Questi sono tre passaggi che ho analizzato “casualmente” e scelto per inserire in questo testo perché sono utili per far capire le profonde differenze. Assicuro il lettore che non sono frasi scelte a tavolino per scovare né gli errori di una, né la bellezza di un’altra. Le stesse caratteristiche che contraddistinguono questi passi si ripresentano puntualmente, quindi non mi sto soffermando su questi precisi passaggi bensì li porto come esempio perché sono vizi e incorrettezze ricorrenti durante l’intero testo.
L’ordine d’esposizione dei passi sarà Alliata (A) – Tolkien (T) – Fatica (F) + commento.

Dal capitolo VII: Tom Bombadil

A: “Oggi è il giorno in cui Baccador fa il bucato”, disse, “e le pulizie autunnali. Troppo umido per degli Hobbit: è meglio che si riposino un po’, dato che ne hanno l’opportunità! È un giorno adatto per i lunghi racconti, per le domande e le risposte, e Tom incomincerà dunque a narrare”

T: ‘This is Goldberry’s washing day,’ he said, ‘and her
autumn-cleaning. Too wet for hobbit-folk – let them rest
while they are able! It’s a good day for long tales, for questions
and for answers, so Tom will start the talking.’

F: “Oggi è il giorno del bucato per Baccadoro,” disse, “e delle pulizie d’autunno. Troppo umido per gli hobbit: perché non si riposano, visto che ne hanno modo? È un giorno adatto a lunghi racconti, alle domande e alle risposte, perciò Tom attaccherà a parlare.”

V. Alliata tende a prendersi molta libertà dando un tono differente dall’originale, Tom Bombadil è più elegante nella parlata. Mentre nell’originale e nella traduzione di fatica ha sua parlata più colloquiale e popolare.

Dal Capitolo VIII: Nebbie sui Poggitumuli

A: Benché Frodo scrutasse da tutte le parti, non vide alcun segno delle grandi pietre che si ergevano come i pilastri di una porta, e dopo poco giunsero al cancello nord, che attraversarono velocemente, sbucando nella vasta pianura.

T: Though Frodo looked about him on every side he saw no sign of the great stones standing like a gate, and before long they came to the northern gap and rode swiftly through, and the land fell away before them.

F: Anche se Frodo si guardava intorno da ogni parte, non scorse traccia delle grandi pietre erette a mo’ di cancello e dopo non molto giunsero al valico settentrionale, lo varcarono rapidi e la terra digradò ai loro piedi.

Qui non solo Alliata ha cambiato lo stile del testo, ma ha cambiato tempo verbale, ha introdotto inutili parole cambiando il significato generale. Da notare il suo “si ergevano come i pilastri di una porta” e “il cancello nord”, “sbucando nella vasta pianura” inventato e scorretto, dato che gli hobbit si trovavano in una zona collinare.

Cambiare le parole del Professore, per Alliata è quasi un hobby. Nello stesso capitolo traduce “hollow” con “vallone” cioè ha tradotto lieve depressione con profonda depressione. Scambia “warm” per “cocente” oppure sceglie di usare “impugnatura” invece che “elsa”. In virtù del suo stile elegante traduce “go walking” con “peregrinando”.
L’errore più evidente sta nel titolo “Tumulilande”, in inglese è Barrow-Downs. Però downs sono letteralmente “colline” non lande, ovvero un terreno pianeggiante (è stato correttamente tradotto con Poggitumuli).

Capitolo II: Il Consiglio di Elrond

A: “Ma è un fardello assai pesante. Così pesante che nessuno potrebbe caricarne le spalle di qualcun altro. Io non lo carico sulle tue spalle. Se, tuttavia, lo prendi di tua propria scelta, dirò che la tua scelta è giusta;

T: ‘But it is a heavy burden. So heavy that none could lay it on another. I do not lay it on you. But if you take it freely, I will say that your choice is right;

F: “Ma è un fardello pesante. Così pesante che nessuno potrebbe imporlo a un altro. Io non te lo impongo. Ma se te ne fai carico di tua iniziativa, dirò che hai fatto la scelta giusta;

V. Alliata è solita a caricare il testo di questi aggettivi inventati, non presenti sul testo originale, non necessari che appesantiscono la lettura come “assai” o “propria”. Traduce un verbo con un modo di dire allungando il brodo e appesantendo notevolmente la frase. Le frasi di Fatica funzionano meglio e suonano decisamente meglio.

3. CONSIDERAZIONI SULLA TRADUZIONE DI VICKY ALLIATA

Insomma le maggiori criticità della traduzione di V. Alliata sono aver trasformato univocamente i vari registri linguistici uniformandoli in un registro più forbito elevando i toni, drammatizzando così dialoghi o personaggi da contesti popolari o bucolici (questo in particolare nel primo libro dedicato al viaggio degli Hobbit verso Imladris).
Essersi arrogata molte libertà nel trasformare intere frasi, tempi verbali e talvolta il significato di frasi, aggiungendo aggettivi (o rafforzativi) o scegliendo a volte un lessico incorretto o troppo generico, non riuscendo nemmeno a trasporre la ricercatezza lessicale di Tolkien, scegliendo spesso soluzioni più comode come sostituire un aggettivo con due per esprimere all’incirca lo stesso significato. (n.b. Lei si è difesa giustificandosi di aver applicato stilemi danteschi, a parer mio inadatti per un opera di narrativa così pensata [4]).
Tutto ciò trasforma radicalmente l’esperienza di lettura rendendola decisamente più pesante e lontana dall’esperienza che Tolkien avrebbe voluto farci leggere. Infatti si tratta di una traduzione impropria e infedele, che non rende giustizia al testo originale perché non rispetta i criteri sopra citati, di cui uno stabilito dall’autore stesso ovvero la fedeltà nei significati e nella forma. A dirla tutta, se non fosse stato per Quirino Principe oggi avremo un testo con Merry tradotto in “Felice”, oppure “Gnomi” a posto degli “Elfi”[7]. Qua metto in dubbio la veridicità dell’affermazione per cui Tolkien avesse ‘approvato’ questa edizione, infatti controllando [6], egli non ha mai dichiarato di aver letto l’opera bensì di aver sentito un amico parlarne bene, che è lontano dal dire di aver ricevuto la sua approvazione, considerando quanto sia stato critico in passato contro le traduzioni svedesi e olandesi[1].
La versione di V. Alliata è stata -purtroppo- l’unica per molti anni, ed ormai conosciuta, amata… ma anche odiata. Non è raro che i lettori si lamentino dell’eccessiva pesantezza della prima traduzione, che quindi ha allontanato moltissimi potenziali appassionati. Ma allo stesso tempo non capisco perché in molti l’abbiano accettato di buon grado, definendola talvolta “ottima traduzione” o affibbiando aggettivi simili. Una delle risposte che mi son dato è che hanno preso per buono quello scritto, fidandosi di storiche case editrici come Bompiani o Rusconi e della professionalità degli addetti ai lavori, senza approfondire in lingua originale oppure non volendo criticare l’intoccabile classico che è diventato Il Signore degli Anelli con il tempo, perché una traduzione, tramite un appropriato adattamento, dovrebbe riflettere il contenuto originale.

4. CONSIDERAZIONI SULLA TRADUZIONE DI OTTAVIO FATICA

Per quanto riguarda l’esperienza di lettura della nuova traduzione a cura di Ottavio Fatica, risulta molto più scorrevole, anche grazie ad una maggiore fedeltà alla forma dell’opera originale e ad una migliore aderenza lessicale. Noterete anche una varietà nel regime linguistico che caratterizzerà meglio alcuni iconici personaggi, come Tom Bombadil o i piccoli Hobbit, mentre altri rimarranno solenni come gli elfi di Lothlorien. Noterete alcuni arcaismi che se di suono peccano, di significato ne guadagnano a bizzeffe, rendendo l’esperienza più ricca e filologicamente corretta. Se vi sforzerete di approfondire le scelte di alcuni nomi noterete quanto Ottavio Fatica abbia compiuto un profondo studio filologico importante e di aver provato a offrire un edizione che avrebbe soddisfatto l’esigente Professore.
In particolare rimando a questi articoli: [11] in cui Fatica risponde ad alcune cruciali traduzioni di nomi, e [9] articolo dell’AIST in cui si parla anche della poesia dell’anello.
La questione dei nomi ha infiammato la comunità di appassionati, molti erano affezionati ai nomi precedenti che coincidono anche con quelli adattati nelle varie produzioni cinematografiche. Il problema è che l’arte non si adatta agli errori, perché ha dignità propria, non guarda in faccia cose come “l’immaginario collettivo”. Le case editrici hanno il diritto e il dovere di portare opere straniere nella loro migliore versione possibile, considerando che Tolkien stesso esigeva massima fedeltà possibile.
Quindi se ridete del fatto che Forestali vi ricordi le guardie forestali, è giusto così. Anche un signore inglese degli anni ’50 alla parola ranger avrebbe pensato a quelli. Senza contare il fatto che i Dúnedain sono un po’ delle guardie forestali, così cito Aragorn: “Siamo uomini solitari, Forestali delle zone selvagge, cacciatori […] dei servi del Nemico, che si trovano in molti luoghi […]. Pace e libertà, tu dici? Se non fosse per noi, il Nord le avrebbe conosciute assai poco.” Per maggiori informazioni [8].
Oppure ho sentito definire ridicolo il nome Samplicio, un nome italiano desueto riproposto in parte da Fatica seguendo le indicazioni generali di Tolkien, che suggerì nella sua guida[2] di ricercare tra “obsolete, vecchie, o dialettali” parole per trovare l’equivalente di alcuni nomi in inglese, in questo caso “half-wise, simple”-“Simplicio”. Inoltre Rivendell che in realtà non si rifà a nessun burrone, finalmente ha un nome appropriato che riflette l’originale significato. Per altre informazioni riguardo alla traduzione dei nomi [11]

Inoltre sempre a causa del discorso “nomenclatura”, che ribadisco sia l’ultimo dei problemi per qualcuno che vuole leggersi Il Signore degli Anelli, l’uscita di questo romanzo è stata accompagnata da una serie di fake news, portate avanti anche da influencer come Rick DuFer[12].
Tirando le somme la più grande critica alla traduzione di Ottavio Fatica è stata fatta da affezionati di una versione de Il Signore degli Anelli tradotta e rimaneggiata da una adolescente, rivista da Quirino Principe (che ha cercato di colmare le maggiori falle) e ritoccata da altre mani nel tempo. Il problema è che non c’è la volontà di approfondire i nomi, che però dovrebbe sorgere spontanei per qualunque appassionato del maestro.

5. CONSIDERAZIONI FINALI:

Spero di aver evidenziato le maggiori problematiche della prima traduzione, e di aver difeso la seconda criticata ingiustamente. Purtroppo quella che è diventata un’occasione, un’opportunità di conoscere meglio la ricchezza di un testo come questo si è trasformata in una guerra santa tra appassionati, e comprendo le motivazioni di entrambe le fazioni considerando che: non è mai bello quando cambiano nomi a qualcosa a cui ti sei affezionato per anni, soprattutto quando si tratta di un romanzo così importante, e qui sorge il problema dei pregiudizi pre-lettura[10].
Il verdetto finale è che la scelta migliore sia quella di leggere (e comprare) la nuova traduzione (anche perché le vecchie non sono più in commercio, se non nell’usato), mentre bisognerebbe rivalutare criticamente la precedente traduzione. Io consiglio un atto di onestà intellettuale ai più assidui contestatori di questa traduzione, per dare una possibilità a questa “nuova” lettura, per apprezzare più in profondità l’essenza di Tolkien, e non la mano di Vicky Alliata.

6. LINK UTILI

[1] https://bit.ly/2UGkSzS – Storia delle traduzioni di LOTR in lingue europee e critiche di Tolkien
[2] https://bit.ly/3bSmoVu – Guida ai nomi ne Il Signore degli Anelli di J.R.R. Tolkien
[3] https://bit.ly/3dT9k3Z – Estratto dalle Lettere di J.R.R. Tolkien in cui esprime la sua opinione sulla traduzione delle sue opere
[4] https://bit.ly/2X8ZR2l – Vicky Alliata si difende dalle critiche
[5] https://bit.ly/34lzgRz – Fact Checking sulla diatriba tra Ottavio Fatica e Vicky Alliata sulla traduzione
[6] https://bit.ly/2Rrd6YT – Vicende editoriali di LOTR con fact checking su voci e polemiche
[7] https://bit.ly/2UHQuVR – Vicende editoriali della prima edizione italiana di LOTR dal punto di vista di Quirino Principe (revisore della precedente traduzione)
[8] https://bit.ly/2X7VSTL – Studio filologico su “Forestale”
[9] https://bit.ly/2V5zVSE – Commento sulla poesia dell’anello e altre scelte lessicali
[10] https://bit.ly/34eG7fw – Il problema dei pregiudizi pre-lettura e dei fan affezionati alla vecchia traduzione
[11] https://bit.ly/2UFacl0 – Risposte di Ottavio Fatica sulle traduzioni dei seguenti nomi e argomenti: Valfano, Valforra, Boscuro, Quartiero, Omorzo Fanfaraccio, Cavallino Inalberato, Forestali, Passolungo, nomi propri inglesi, nomi degli Hobbit, resa delle poesie, sulla poesia interna alla prosa, cambi di registro, arcaismi, refusi e altre opinioni e curiosità
[12] https://bit.ly/34m6ujq – Fake info e news da parte di Rick DuFer, youtuber

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