I Trionfi del Vuoto, La Nuova Alba – Masa | Recensione

trionfi
1a ed. lingua or. italiana: I Trionfi del Vuoto - La Nuova Alba di Masa (Acheron Books, 2020) / Autoconclusivo

Il libro

Oggi sono qua per parlarvi de “I Trionfi del Vuoto – La Nuova Alba”, un esordio tutto italiano pubblicato dalla casa editrice Acheron Books, un romanzo che possiamo inserire all’interno del filone Epic Fantasy. L’autore, conosciuto con lo pseudonimo Masa, ricopre diversi ruoli all’interno dell’editoria: libraio, writing coach, editor, redattore, curatore di collana e scrittore.

Il secondary world

Come nel più classico degli Epic Fantasy, la storia è ambientata in un secondary world, la Quinta Luna. Teatro delle vicende narrate nel romanzo è l’isola-continente denominata le Quattro Marche. Queste sono rispettivamente: la Marca dei Campi, la Marca dei Boschi, la Marca dei Fiumi e la Marca dei Picchi. Ogni Marca fa riferimento ad una divinità diversa: Falaria dea della Terra, Ala Vers dea del Fuoco, Setzu dio dell’Acqua e Ururi dio dei Venti. All’interno di questo mondo si muovono razze diverse e, a tal proposito, ho apprezzato molto la scelta dell’autore di recuperare dalla mitologia classica creature come vittorie alate, fauni, ciclopi e titani. Queste vengono affiancate da uomini e felidi, una specie antropomorfa. Personalmente, ho letto raramente un Epic Fantasy che non presentasse le classiche creature come elfi, nani e orchi, perciò la ritengo una scelta vincente e quanto meno originale all’interno del genere.

La magia

Uno dei punti forti del romanzo è il sistema magico che governa la Quinta Luna. Mi è piaciuto, l’ho trovato ben congegnato e peculiare rispetto alla maggior parte delle letture che ho fatto. Esso si basa su cinque elementi: Terra, Fuoco, Acqua, Aria e Vuoto. Se i primi quattro sono strettamente correlati alle rispettive divinità, il Vuoto può essere considerato come un’emozione, una sensazione che ciascuno di noi prova in seguito a determinati eventi che caratterizzano la sua vita: l’abbandono, la perdita, il fallimento, la solitudine, la discriminazione. L’interazione e l’equilibrio tra i cinque elementi dà origine all’Onda, una sorta di corrente magica che può essere plasmata per generare incantesimi.

Un elemento importante del sistema magico che ricopre un ruolo fondamentale all’interno della narrazione sono i tarocchi. Questi vanno a comporre il Mazzo del Vuoto, all’interno del quale troviamo due tipologie di carte. Le prime sono delle semplici carte da gioco dove ogni seme e figura ha un potere ben specifico che non intendo rivelarvi in questa sede poiché sarebbe spoiler. Il secondo tipo, invece, comprende una serie di carte speciali, i Trionfi del Vuoto. Ogni Trionfo porta impressa una figura e questa figura è associata ad un determinato protagonista della storia. Il Trionfo ha un’influenza diretta sulla vita e sul destino del personaggio a cui è legato. Questa caratteristica mi ha ricordato con piacere la rinomata serie “Il Libro Malazan dei Caduti”, dove Steven Erikson inserisce un elemento simile, Il Mazzo dei Draghi anche se la funzione è totalmente diversa.

Lo sfondo narrativo

Premetto subito che le informazioni che otteniamo in merito al sistema magico e alla storia del mondo derivano da ciò che sanno i personaggi e non sempre le loro conoscenze sono veritiere o certe. Questo perché molte informazioni sono state perse nei secoli e millenni passati, in seguito alla Deriva: un cataclisma che ha separato le Quattro Marche dal Continente, lasciandole in balia di un oceano immenso. Questo scisma è avvenuto quando l’equilibrio tra gli elementi è stato infranto e quattro di essi sono stati imprigionati in altrettanti sigilli, causando una perdita di potere nell’Onda stessa. È da questa premessa che inizia la quest volta a recuperare i sigilli e distruggerli, in modo tale da ripristinare il potere dell’Onda ormai morente, annullare la Deriva e ricongiungersi al Continente. Ma è veramente così? Chi vuole recuperare i sigilli e quali sono le sue vere intenzioni? Perché essi sono stati imprigionati millenni or sono? Tante domande senza risposta, tante risposte perse nei meandri della storia…

I personaggi

All’interno del romanzo incontriamo diversi personaggi, ma i protagonisti principali della storia sono cinque, ognuno associato ad un Trionfo del Vuoto. Essi sono: l’Erudito, un ciclope, il Maledetto, un fauno, il Condottiero, un uomo, il Meticcio e la Reietta, una vittoria alata. Ciò che li accomuna è il Vuoto, un’emozione che li fa sentire inadeguati, li colpevolizza, li rende soli o emarginati. Sui personaggi non voglio aggiungere altro ed entrare nello specifico per due motivi principali. Il primo è che Masa utilizza una tipologia di narratore che io apprezzo molto, ovvero il narratore non onnisciente. Il lettore, infatti, vede le cose attraverso gli occhi del personaggio, sa quello che sa il personaggio, nulla di più.

“Rimasto solo, il battito del suo cuore lo assordava. Era finita, eppure si sentiva ancora sporco, un traditore. Per la prima volta da quando era entrato nella Legione aveva mentito. Ed era inutile dirsi che era per un bene superiore. Qualcosa si era rotto dentro di lui ed era probabile che quella ferita non si sarebbe mai più sanata.”

Come ho detto all’inizio, molte informazioni e conoscenze che vengono date per scontate e reali sono distorte e nascondono una verità più profonda o semplicemente diversa. Gli stessi personaggi non si conoscono fino in fondo e rivelano la loro natura pagina dopo pagina, cambiando nel corso degli eventi e sorprendendo addirittura loro stessi.

“Si odiava per quello che era diventata! Se solo fosse riuscita a scoprire il nesso, l’ordine corretto, forse allora sarebbe riuscita a non fallire, come avevano fatto tutte coloro che l’avevano preceduta. Si sforzò di trovare un appiglio, una tenue speranza a cui aggrapparsi per essere di nuovo integra. La confusione dei suoi ricordi diventò un caos di colori, persone, preghiere e sogni infranti. Era come se mille vite si riversassero in lei all’infinito, senza darle tregua. Cancellavano la sua identità, i suoi sogni, le sue speranze.”

Ritengo che scoprire queste cose leggendo, senza nessuna anticipazione sia la cosa migliore per apprezzare in toto il romanzo. Il secondo motivo, invece, è volto a rassicurare chi sta leggendo questo commento. La mia scelta di non parlare dei personaggi potrebbe destare qualche sospetto e potreste pensare che non ne ho parlato volutamente, per nascondere un difetto o una mancanza. Nulla di più sbagliato, lo stile di Masa è uno stile che si focalizza molto su ogni singolo protagonista, dandogli una sua personalità e dimensione specifica. Non seguiamo i protagonisti solo nei passi che li condurranno ai sigilli, ma li seguiamo anche nella loro testa e in ciò che provano, viviamo e sentiamo le loro emozioni. Ho sempre apprezzato i romanzi dove l’autore è in grado di costruire personaggi solidi, dando risalto alla loro psiche.

“Si lanciò in picchiata e assaporò il vuoto della caduta. La faceva sentire viva. Coesa con quel mondo che sembrava odiarla tanto. Già l’odio. Ma per un’orfana era così, da sempre. Avrebbe tanto voluto conoscere sua madre, le sarebbe bastato anche sapere chi fosse suo padre, avere un legame, non essere sola. Il vuoto in fondo allo stomaco e non per il volo.

La struttura

Per quanto riguarda la struttura narrativa del romanzo, essa si basa su due storyline distinte che, alternandosi di capitolo in capitolo, vedono impegnati i rispettivi protagonisti nella ricerca dei sigilli. Tra città sospese nel vuoto, fortezze sommerse da ghiacci perenni e segreti millenari, i nostri personaggi si muovono con lo scopo di risolvere gli enigmi che permeano l’esistenza e l’ubicazione delle antiche reliquie. Se la prima metà del libro costituisce un grande prologo, la seconda metà prende ritmo e, tra colpi di scena e inseguimenti mozza fiato, ci conduce ad un finale esplosivo dove i due filoni narrativi collimano. Le sequenze temporali che collegano le due linee narrative non sono molto chiare e possono gettare in confusione il lettore perché non si comprende bene che distanza temporale c’è tra gli avvenimenti di una e gli avvenimenti dell’altra. Potrebbe sembrare una grossa mancanza e così l’avevo valutata, ma quando scoprirete il twist finale capirete il motivo di questa scelta e non aggiungo altro, bocca cucita.

Lo Stile

Lo stile dell’autore è un’altra nota positiva del romanzo e l’ho apprezzato molto. Masa, infatti, dimostra un’ottima padronanza lessicale e una buona capacità descrittiva che gli permettono di non perdersi mai in spiegoni o infodump. La narrazione coinvolge e infonde curiosità nel lettore, alterna fasi statiche, necessarie alla comprensione del secondary world, a fasi dinamiche dove i personaggi si muovono verso il loro obiettivo. La scelta del narratore non onnisciente, dal mio punto di vista, è azzeccata poiché non solo i personaggi ma anche il lettore stesso scopre dettagli e informazioni pagina dopo pagina, costruendosi da solo l’intero quadro degli avvenimenti che hanno interessato la Quinta Luna, nel presente e nel passato. Inoltre, come già detto in precedenza, la narrazione si focalizza molto sui protagonisti e questo permette loro di valorizzarsi al massimo e distinguersi.

I punti deboli

Le note dolenti che ho riscontrato durante la lettura sono essenzialmente due. La prima metà del romanzo è un grande prologo che apparecchia la tavola agli avvenimenti che caratterizzano la seconda metà del libro. Questa è la parte più statica della storia, dove i personaggi iniziano a muoversi e a mettere in atto i loro piani. Fortunatamente lo stile fluido dell’autore garantisce meno pesantezza alla narrazione e rende il lettore curioso di scoprire cosa accadrà successivamente. È vero che la seconda metà assume tutt’altro ritmo e vale la pena dell’attesa, ma ritengo la prima parte debole in termini di ritmo, troppo fossilizzata ed eccessivamente lunga per costituire un “prologo”. Il secondo lato negativo, invece, riguarda i personaggi. Nonostante la loro buona caratterizzazione mi è parso, alcune volte, che alcuni di essi fossero troppo ingenui nelle loro scelte. Talvolta, idee e decisioni vengono cambiate o prese in modo troppo repentino e inverosimile. Ad esempio: un personaggio che basa la sua esistenza sulla razionalità ad un certo punto si fida più del suo cuore e dei suoi sentimenti. È vero che in lui sta avvenendo un cambiamento, ma le “tempistiche” sono affrettate.

Conclusione

In conclusione, “I Trionfi del Vuoto – La Nuova Alba” è stata una lettura che mi ha soddisfatto e coinvolto. Lo ritengo un buon esordio nel panorama del fantastico italiano, lo consiglio a tutti gli amanti di fantasy classico, in particolare di Epic Fantasy, a tutti gli appassionati di sistemi magici ben congegnati e a chi apprezza protagonisti molto emotivi. Il libro, che si rivolge ad un pubblico adulto, può rappresentare un ottimo appiglio da cui iniziare la scalata della letteratura fantastica. Nel suo piccolo mi ha ricordato Brandon Sanderson e Terry Brooks, con qualche venatura di Steven Erikson. Il romanzo è uno stand alone, tuttavia alcune questioni più ampie che riguardano il secondary world e i personaggi rimangono in sospeso, lasciando le porte aperte ad un eventuale seguito. Personalmente sono curioso di saperne di più e di fare luce sui misteri non ancora svelati. Non mi resta che attendere…

Alla prossima

Fabiano

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